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Ingorghi stradali? La soluzione arriva dalle funivie

Presentato a Lana, nel corso di un convegno sulla mobilità, il concetto di impianti funiviari come soluzione integrata e sostenibile per gli spostamenti in ambito urbano.

 

Adesso che il lockdown è un ricordo e in Alto Adige il motore turistico è tornato a girare a pieno regime, è riemerso alla grande anche un annoso problema: il traffico. Strade praticamente bloccate, bus imbottigliati negli ingorghi, parcheggi strapieni, ore perse in coda e limiti di sopportazione messi a dura prova. Muoversi con un mezzo motorizzato, insomma, diventa sempre più problematico.

Una via d’uscita però ci sarebbe ed è il cosiddetto terzo livello, ovvero funivie urbane che viaggiano su “linee” proprie sgravando la rete viaria “terrestre”. Di questo si è discusso in occasione del convegno sulla mobilità organizzato da Doppelmayr Italia nel nuovo stabilimento produttivo di Lana.

Da sinistra Georg Gufler, Arnd Bätzner, Daniel Alfreider, Erich Falkensteiner e il moderatore Markus Frings.

Quando si parla di impianti a fune, in Alto Adige ma anche altrove il pensiero va alle funivie di montagna o agli impianti di risalita. Invece da parecchi anni ormai i collegamenti funiviari rappresentano, in tantissime città del pianeta, una componente importante dell’offerta di mobilità urbana. La competenza altoatesina in questo campo è riconosciuta a livello mondiale, e tra le aziende che ricoprono un ruolo di primo piano c’è sicuramente la Doppelmayr.

Per discutere della necessità di un nuovo concetto di mobilità, ma anche delle potenzialità esistenti, mercoledì 25 agosto si è tenuto a Lana un apposito convegno con la partecipazione di relatori di spicco: l’assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider, l’esperto elvetico di mobilità nonché consulente governativo a livello internazionale Arnd Bätzner, l’imprenditore turistico Erich Falkensteiner, l’esperto Doppelmayr Philip Oberdorfer e Georg Gufler, CEO di Doppelmayr Italia. Ad ascoltarli con attenzione e interesse una platea di settanta persone tra esponenti amministrativi e politici dei comuni del Burgraviato e della Provincia.

L’assessore Alfreider ha posto l’accento sulla necessità di nuove soluzioni di mobilità: “Certo, noi possiamo costruire nuove strade o allargare quelle esistenti. Ma prima o poi anche queste diventeranno troppo piccole o intasate. Per questo sono dell’opinione che in Alto Adige gli impianti a fune debbano assumere un ruolo importante nella mobilità pubblica”. Anche perché, proprio per la sua natura, la funivia ha un vantaggio indiscutibile nei confronti della mobilità terrestre: non occupa spazi.

A questo riguardo il progettista di Doppelmayr Philip Oberdorfer ha portato come esempio la città di Bolzano, dove la superficie occupata dal traffico motorizzato individuale (veicoli e moto) è tre volte superiore alla superficie occupata da tutti gli altri mezzi di trasporto nel loro complesso. A questo bisogna poi aggiungere altri aspetti critici come l’impermeabilizzazione del suolo, emissioni, polveri sottili, consumo energetico, costi infrastrutturali e quant’altro.

Tempo e denaro: secondo l’esperto di mobilità Arnd Bätzner, sono queste le due più grandi problematiche legate al traffico motorizzato individuale. Citando come esempio Giacarta, Singapore e l’America Latina, il consulente svizzero ha mostrato come nelle aree metropolitane la mobilità sia fortemente condizionata da grandi masse di persone che vogliono spostarsi, originando scenari di strade sovraffollate, code chilometriche e scadimento della qualità di vita.

Allargare le strade non è sempre possibile, spesso per i costi elevati dei terreni ma anche semplicemente per assoluta mancanza di spazi. Gli impianti a fune invece necessitano di spazi ridotti – praticamente solo per i piloni – e inoltre utilizzano il cosiddetto “terzo livello” come tracciato ad uso esclusivo. Portando ad esempio la metropoli boliviana di La Paz, Bätzner ha mostrato come i tempi di percorrenza da un punto A ad un punto B siano passati dai 90 minuti del minibus su strada ai 7 minuti della funivia.

“Va da sé che la funivia da sola non può risolvere la questione”, ha chiarito Georg Gufler, CEO di Doppelmayr Italia. Bisogna invece integrare le funivie nel piano cittadino della mobilità come strumento per colmare lacune, superare ostacoli fisici o alleviare le congestioni viarie. “La funivia è un mezzo straordinariamente semplice da inserire in un concetto di mobilità: richiede pochi spazi, ha bassi costi di costruzione e gestione, è eco-sostenibile, fa risparmiare energia e tempo e si adatta alla perfezione ad una smart city digitalizzata”. Gufler ha fatto riferimento anche agli studi del reparto ricerca e sviluppo di Doppelmayr, che stanno sviluppando concetti di funivie urbane destinate a diventare mezzi di trasporto completamente nuovi e flessibili.

Scenari futuristici? Per nulla, anche perché esistono già numerosi casi di funivie integrate in sistemi di mobilità urbana. Anche in Alto Adige, dove rappresentano un valore aggiunto per il turismo. Un esempio al riguardo l’ha portato l’imprenditore turistico Erich Falkensteiner, citando lo snodo ferroviario-funiviario di Perca, in Val Pusteria: “Abbiamo visto come la quasi totalità dei nostri ospiti preferisca questa soluzione all’utilizzo degli autobus”.

Le esperienze a livello mondiale dimostrano come, per integrare i progetti funiviari nella rete di trasporto pubblico, si ricorra sempre più spesso al modello di finanziamento PPP (Public Private Partnership). L’Italia invece, Alto Adige compreso, è rimasta indietro in questo settore, come hanno affermato all’unanimità i relatori durante il dibattito che ha concluso il convegno di Lana. Questo perché da una parte non si è ancora diffusa la cultura del partenariato pubblico-privato, dall’altra perché anche la pubblica amministrazione deve prendere maggior confidenza con le possibilità esistenti.


    Questo articolo è stato redatto da Doppelmayr

Il Gruppo Doppelmayr rappresenta la qualità, la tecnologia e la leadership di mercato nella costruzione di impianti a fune per il trasporto di persone e materiali e di soluzioni intralogistiche ad alta tecnologia. L'azienda vanta 130 anni di storia e un secolo di esperienza nella progettazione, sviluppo, design, produzione e costruzione di impianti a fune. Questa tecnologia collaudata e la sua affidabilità hanno reso gli impianti a fune una soluzione di mobilità popolare e performante nelle regioni sciistiche, ricreative e nelle città di tutto il mondo.

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