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A Genova presentato lo “Skilift acquatico”

Alla Ocean Race si è presentata con entusiasmo l’innovativa iniziativa denominata “Swimlift”, un autentico “skilift” marino. Si tratta sostanzialmente di una manovia mossa da un motore elettrico che opera sulla superficie dell’acqua a una velocità ridotta, consentendo un nuoto più agevole e sicuro.

 

Swimlift è uno dei nove progetti innovativi vincitori della “Call For Innovation – Lo sport nella blue economy”, promossa dal Genova Blue District. Essi sono stati esposti nell’Innovation Village, allestito presso il padiglione Blu del nuovo waterfront in occasione della Ocean Race.

“L’idea è nata sulla spiaggia e l’ho concepita con l’obiettivo di aiutare persone con disabilità motorie, coloro che non sanno nuotare bene o gli anziani, a godersi il bagno”, spiega Achille Steffano, fondatore di Swimlift. “Ho immaginato due piattaforme, poste a filo d’acqua e collegate da una fune, come uno skilift. Il primo modello l’ho creato con i Lego, successivamente abbiamo fondato una startup e realizzato un prototipo che abbiamo testato presso il ‘Dynamo Camp’, un’oasi del WWF dedicata alla riabilitazione di bambini con disabilità significative, nonché in diverse piscine di associazioni che offrono terapie in acqua.”

 

L’obiettivo originario era quello di estendere l’utilizzo dello skilift anche al mare, e il progetto ha partecipato a un bando del “blue district” del Comune di Genova. Ciò ha consentito di sviluppare una soluzione per le spiagge, che è stata sperimentata presso i bagni Capo Marina.

“Attualmente abbiamo ricevuto richieste preliminari”, afferma Steffano. “Ci sono delle richieste per installare il dispositivo in alcune spiagge del Comune di Genova. Tuttavia, per realizzarlo, dobbiamo passare dalla fase prototipale alla produzione in serie e stiamo cercando anche partner per sviluppare ulteriormente la nostra tecnologia.” L’obiettivo, infatti, è quello di rendere il dispositivo ampiamente accessibile, in modo sostenibile, semplice e sicuro, consentendo a chiunque di godere pienamente del mare e delle piscine.

“Certamente, il lavoro per rendere le spiagge accessibili è ancora in corso, e il nostro dispositivo non è stato concepito esclusivamente per questo scopo”, conclude Steffano. “Tuttavia, rappresenta un passo avanti, perché grazie alla nostra soluzione riusciamo ad aiutare un numero maggiore di persone ad entrare in mare.”

 

 

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