Un no motivato dalla convinzione che le resse in funivia e in cabinovia, gli alberghi affollati, soprattutto gli spostamenti da Centro e dal Sud d’Italia verso i comprensori sciistici delle Alpi, possano trasformarsi «in una formidabile occasione di contagio».
“Sullo spostamento tra regioni a Natale, ci stiamo lavorando ma se continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse. Tuttavia, il periodo natalizio richiede misure ad hoc. Si rischia altrimenti di ripetere il Ferragosto e non ce lo possiamo permettere: consentire tutte le occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio non è possibile“. Ridurre la socialità, sì, “ma consentire la tradizione a noi molto cara dei doni. È controproducente limitare gli orari dei negozi. Cercheremo di consentire l’apertura fino a orari che ci permettano di evitare gli assembramenti”. Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, chiarisce ancora una volta che l’Italia non può permettersi passi falsi. Sarà un Natale più sobrio, ha detto più volte.
E questa volta, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, spiega che l’errore di questa estate non si ripeterà: “Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve. Anche per gli impianti da sci, il problema del protocollo è un conto ma tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve è incontrollabile. Con Merkel e Macron in Europa stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo”.
Considerando anche la mancanza dei turisti stranieri, che riempiono le piste italiane, ci sarebbe da aspettarsi almeno un 50% in meno di clientela, per cui molti imprenditori chiariscono che è più conveniente non pensare nemmeno ad una apertura dell’intera stagione.