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Assemblea nazionale ANEF Associazione Nazionale Esercenti Funiviari il 15 e 16 settembre 2022

Mai come oggi è essenziale che la politica guardi alla montagna e lo faccia in maniera concreta, scevra da ideologie, capendone le esigenze e sostenendo uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche sociale ed economico, attraverso il potenziamento e il finanzia-mento della legge per la montagna.

 

A 10 giorni dalle elezioni politiche gli imprenditori di ANEF (Associa-zione Nazionale Esercenti Funiviari) si riuniscono in Assemblea per fare il punto sul futuro partendo dai capisaldi: i propri doveri verso la montagna, un territorio a forte rischio di marginalizza-zione se non adeguatamente preservato e sostenuto.

“Gli operatori turistici e gli esercenti funiviari sono i primi interessati alla conservazione delle terre alte perché vivono e lavorano in montagna: la cura del territorio e delle sue specificità è sempre di più al centro dell’offerta turistica – sottolinea Valeria Ghezzi, presidente ANEF – Ma per noi impiantisti la conservazione dell’ambiente naturale deve necessariamente andare di pari passo con lo sviluppo economico e sociale. Ci deve essere data la possibilità di fare impresa, si devono offrire posti di lavoro e la montagna deve essere un luogo dove le persone abbiano la possibilità di vivere”.

Alla vigilia della stagione invernale gli impiantisti sottolineano il loro ruolo di cuore e motore dell’industria turistica della montagna: chi delle forze politiche in campo si vuole intestare oggi il mantenimento e lo sviluppo di un tessuto economico e sociale così importante e fragile al tempo stesso?

 

ALLARME: CARO ENERGIA E INFLAZIONE

Viviamo un momento di grande incertezza a causa dell’aumento incontrollato dei costi energetici. “Le bollette sono aumentate di 5 volte, se apriamo in queste condizioni saremo certi di operare in perdita – spiega Massimo Fossati, presidente di ANEF Lombardia, vice presidente ANEF nazionale e titolare degli impianti dei Piani di Bobbio – Si pone seriamente il tema della sostenibilità economica, per pareggiare gli aumenti dovremmo proporre skipass aumentati del 20/25%, cosa che chiaramente non faremo, ma serve a dare una dimensione del problema”.

Oltre all’elettricità ci troviamo ad affrontare l’aumento incontrollato di tutti i costi, dalle materie prime, ai pezzi di ricambio, al combustibile. Rinnovando il contratto collettivo dei lavoratori abbiamo fatto la nostra parte garantendo i nostri collaboratori, adesso anche lo Stato deve intervenire per dare un sostegno alle famiglie che stanno perdendo potere d’acquisto”, aggiunge Danilo Chatrian, vicepresidente di ANEF Valle d’Aosta, vicepresidente ANEF nazionale e direttore generale della società Courmayeur Mont Blanc Funivie.

Se soffrono la perdita di potere d’acquisto delle famiglie le ski-area più grandi e strutturate, con clientela internazionale, pensate alla situazione delle località appenniniche, dove si vive di turismo di prossimità”, è il grido d’allarme che lancia Luciano Magnani, presidente del Consorzio Cimone e dei maestri di sci dell’Emilia.

Dobbiamo pensare seriamente a come impostare la prossima stagione, non possiamo certo pensare che un aumento dei prezzi degli skipass possa risolvere una situazione difficile come quella che stiamo vivendo. Visto che le famiglie saranno gravate da vari costi potrebbero favorire le ski area appenniniche di prossimità, tagliando così gli esborsi per carburante e autostrada. In ogni caso noi abbiamo bisogno di crederci e di dare più servizi sulle piste. In un momento di crisi generale, per fare un esempio, il Cimone sta investendo 5 milioni per potenziare l’impianto di produzione neve grazie alla positiva annata passata che è stata resa possibile proprio grazie all’innevamento programmato”.

“Con serietà e soprattutto senso di responsabilità verso le nostre comunità montane e l’intera destinazione turistica, abbiamo deciso di investire incessantemente nonostante la situazione di incertezza generale e di aumento dei costi di energia – ha commentato Cristian Gasperi, direttore generale Funivie Folgarida Marilleva che fa parte dello Skirama Dolomiti Adamello Brenta – Abbiamo quindi realizzato un importante bacino in quota basato su principi di sostenibilità ed abbiamo dotato tutti i nostri mezzi battipista di sistemi Snowsat, la nuova tecnologia che ci consentirà di gestire l’innevamento e la battitura delle piste in modo efficiente e con il minimo consumo di acqua e carburante. Siamo fiduciosi per la prossima stagione invernale e certamente adotteremo le più adeguate politiche commerciali per favorire il turismo e con la consapevolezza di non poter e voler accollare il maggior costo energetico sui nostri clienti. Come sempre, faremo la nostra parte ma, nello stesso tempo, rivolgiamo alle Istituzione ed alla Politica la richiesta di necessario aiuto verso l’intera nostra categoria”.

 

L’IMPEGNO NEI CONFRONTI DELL’AMBIENTE

Troppo spesso si sente parlare in maniera poco consapevole per non dire pretestuosa degli impianti di risalita e, più in generale, del mondo dello sci, come fosse solo un passatempo e non la struttura fondante dell’intera economia di montagna. Gli impianti di risalita sono il mezzo con cui negli ultimi decenni si è sviluppato il turismo in quota; sono funzionali al servizio delle piste da sci e sono sempre più centrali anche per il turismo estivo permettendo a un ampio numero di perso-ne la fruizione delle terre alte.

A partire dai comprensori del Dolomiti Superski, le innovazioni hi-tech delle aziende che produco-no impianti, mezzi battipista e sistemi di innevamento permettono di diminuire gli sprechi e i con-sumi, aumentando l’efficienza. “Nevifichiamo quanto basta per garantire la fruizione delle piste – spiega Paolo Cappadozzi, vicepresidente nazionale ANEF – La flotta dei mezzi si muove in maniera efficiente grazie a sistemi satellitari che evitano passaggi multipli e quindi spreco di risorse e riusciamo a monitorare lo spessore del manto nevoso in ogni settore della pista”. I sistemi di innevamento di ultima generazione (tra l’altro Made in Italy), oltre a permettere di sfruttare al massimo le finestre di freddo, massimizzano la produzione quando le temperature sono ottimali e permettono un minor consumo di acqua ed energia.

“Siamo i primi ad avere attenzione nei confronti dell’ambiente – spiega Giampiero Orleoni, presidente di ANEF Piemonte. Per garantire la sciabilità delle nostre piste produciamo neve che poi restituiamo sotto forma di acqua e di energia. L’acqua è quindi semplicemente presa in prestito per essere poi naturalmente rilasciata in primavera, quando a valle il fabbisogno è maggiore. Oltre a questo, i bacini in quota stanno dimostrando di essere riserve preziose sia per l’agricoltura che per la lotta agli incendi che sempre più spesso colpiscono anche le aree boschive montane”.

 

UN PROGETTO PER ARGINARE L’INFORMAZIONE PRETESTUOSA

A Cortina il Consorzio Cortina Skiworld ha da poco lanciato il progetto Cortina thinks Green, partendo proprio dalle fake news e dai luoghi comuni legati all’impatto dello sci sull’ambiente. “Dati alla mano siamo andati a verificare la consistenza delle critiche che più spesso vengono fatte agli impiantisti, ovvero il disboscamento, lo spreco di acqua e di energia – spiega Marco Zardini, Presidente del Consorzio degli Impianti a Fune di Cortina d’Ampezzo – Il risultato è che il consumo di foresta è ampiamente inferiore al rimboschimento naturale, l’acqua presa in prestito è una frazione infinitesimale di quella utilizzata in agricoltura nello stesso periodo (che essendo inverno è già pochissima). Il tutto per un’attività che impiega una piccola frazione del territorio montano, portando un valore aggiunto incomparabilmente più alto rispetto a tutti gli altri lavori tradizionali di montagna come la silvicoltura e l’allevamento”.

La sostenibilità ambientale è un valore dunque imprescindibile per gli operatori montani che si trovano a gestire un settore economico cruciale ed essenziale per l’intera economia di montagna. L’impiantista opera in un settore delicato, contribuendo attivamente al presidio delle terre alte e lo fa con un atteggiamento di responsabilità e rispetto verso l’ambiente in cui opera.

“Un futuro inclusivo, connesso e sostenibile per le aree montane può essere garantito solamente dalla promozione di adeguate politiche pubbliche e dallo stanziamento dei fondi necessari per attuarle. Noi siamo pronti a fare il nostro – conclude Valeria Ghezzi – Ci aspettiamo che la politica riconosca il nostro ruolo e il ruolo della montagna nell’economia turistica italiana”.


    Questo articolo è stato redatto da ANEF

ANEF, a livello nazionale, è l’unica associazione di categoria del settore riconosciuta da Confindustria, aderisce a Federturismo ed è anche l’unico interlocutore accreditato presso le organizzazioni sindacali ai fini del rinnovo del CCNL di settore. In ambito internazionale, ANEF aderisce a FIANET (Fédération Internationale des Associations Nationales d’exploitation de telepheriques) e OITAF (Organizzazione Internazionale Trasporti A Fune). Attualmente fanno capo ad ANEF circa il 90% delle aziende funiviarie italiane, distribuite sia nei territori alpini, sia in quelli appenninici, sia nelle isole. La rappresentatività è assicurata dall’adesione diretta, o tramite sezioni territoriali, di oltre 1.500 impianti, con una forza lavoro stimata di circa 13.000 unità, tra fissi e stagionali, nel periodo di piena attività.

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