Questo freno agisce direttamente sulla fune portante nel caso la tensione della fune traente venga a mancare, arrestando il moto della cabina e prevenendone la discesa. Se inizialmente era necessaria un’apposita fune “freno” oltre a quella portante, ora se ne poteva fare a meno con conseguenti enormi semplificazioni nella costruzione e nell’esercizio delle funivie. In Italia e Germania questi freni vengono prescritti tramite l’analisi di sicurezza.
Cermis: incidente aereo, la cabina con l’accompagnatore di bordo che non è stata colpita dall’aereo è stata salvata dal freno sul carrello. Se questa cabina fosse stata quella pienamente occupata ci sarebbe stata una sola vittima.
Corvara Boè: rottura della fune traente dovuta a scarrucolamento della stessa dalla puleggia di rinvio; il freno sul carrello ha salvato i passeggeri di entrambe le cabine.
Passo Falzarego: rottura della fune traente causata da velivolo; anche in questo caso il freno sul carrello ha salvato i passeggeri che si trovavano in cabina.
Passo dello Stelvio, ingresso in stazione: a causa di un guasto dovuto ad un fulmine che aveva danneggiato l’impianto elettrico, il controllo all’ingresso non era più funzionante. L’accompagnatore di vettura azionò il freno sul carrello, evitando l’ingresso e l’urto in stazione a piena velocità. Tratto da questo documento.
L’intervento del freno è una situazione difficilmente testabile su un impianto in esercizio, in quanto sottopone tutte le strutture e le funi ad un notevole stress che potrebbe portare a danneggiamenti, formazione di martensite ed altri stress. L’unica prova distruttiva documentata di intervento d’emergenza dei freni sulla fune portante in una funivia a va e vieni è stata svolta a Solden, su una funivia in fase di dismissione.
L’esito ha chiaramente dimostrato che, seppure con danni, l’intervento ha sempre salvato la cabina dalla caduta a terra o verso valle.
La nuova normativa europea prevede la possibilità di realizzare anche funivie senza freni sulle funi portanti, ma in tal caso si richiede un sovradimensionamento della fune traente che garantisca maggiore sicurezza, la presenza di una fune impalmata ad anello (quindi alla pari di seggiovie e cabinovie) e anche i controlli da eseguire sono notevolmente intensificati, come stabilito dalla normativa EN 12297.
In quel caso la funivia è paragonata ad un impianto a moto continuo monofune (dove chiaramente è impossibile l’adozione di freni sulla portante), e dove l’anello di fune è unico e chiuso, e non ci sono sistemi di collegamento fisso alla fune traente come le teste fuse, difficilmente ispezionabili. L’attacco del carrello alla fune traente avviene tramite morse, che sono apribili e consentono lo spostamento della fune traente ogni 3 mesi e l’esame continuo della stessa con gli apparati magnetoinduttivi.
All’estero già da anni sono state realizzate molte funivie senza freni sulle funi portanti, mentre in Italia sono stati realizzati in Provincia autonoma di Bolzano, con una deroga alla normativa nazionale, sono state realizzate le funivie: