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Inizialmente l’accompagnatore era presente anche negli impianti con molte cabine ad ammorsamento automatico, come ad esempio la cabinovia Schauinslandbahn realizzata a Friburgo nel 1929, dove sebbene l’esercizio fosse completamente automatico e non fossero presenti freni sulle funi portanti grazie alla presenza di una doppia fune traente, si preferiva affiancare ai turisti una figura che garantisse una maggior fiducia e potesse eventualmente collaborare per le operazioni di soccorso.
Con l’avvento degli ammorsamenti automatici con decine di cabine da massimo 10 persone questa figura è poi sparita dagli impianti a moto continuo, ed è stata relegata esclusivamente alle grandi funivie con due cabine. fino a circa 20 anni fa, quando con l’avvento di nuove tecnologie e soprattutto dei sistemi digitali e di videosorveglianza, sta lentamente sparendo, soprattutto dagli impianti più piccoli che vengono dotati di stazioni ad alta automazione in cui i viaggiatori salgono autonomamente sull’impianto come se si trovassero in un ascensore.
Come detto l’agente di vettura, meglio noto come vetturino, deve innanzitutto occuparsi della gestione dei passeggeri sovrintendendo alle operazioni di imbarco e sbarco in sicurezza e prestando anche attenzione alle condizioni psicofisiche degli stessi; egli infatti ha il diritto/dovere di inibire l’accesso alla vettura di persone che si trovino ad esempio in evidente stato di alterazione. Inoltre deve vietare il trasporto di tutto ciò che possa mettere in pericolo la sicurezza degli occupanti.
Oltre a questi compiti prettamente organizzativi egli svolge delle attività molto importanti relativamente alla sicurezza e al funzionamento dell’impianto. Innanzitutto prima dell’inizio del servizio l’agente di vettura deve:
Durante la marcia deve sorvegliare il comportamento della vettura in linea la quale pur scorrendo su un’unica via di corsa fissa (appunto la fune portante) potrebbe incontrare dei problemi lungo il percorso come ad esempio un cavallotto di linea che per un guasto si ritrova disallineato piuttosto che una pianta inclinata che va ad intralciare il libero passaggio della vettura.
Inoltre se l’impianto è dotato di sostegni di linea deve ovviamente controllare l’avvicinamento del veicolo al sostegno ed il relativo transito, intervenendo con in comandi presenti sul pannello di controllo oppure effettuando una guida a vista stando in costante comunicazione con il macchinista sul pulpito (operazione molto diffusa in caso di forti raffiche di vento trasversali).
Molto importante è poi il contributo dell’agente di vettura alle eventuali operazioni si soccorso in linea, inquanto egli deve coadiuvare le squadre di soccorso ed in alcuni casi provvedere direttamente all’evacuazione mediante calata a terra degli occupanti; per questo scopo viene effettuata una regolare e specifica formazione.
I requisiti necessari nonché gli esami per ottenere la qualifica di agente di stazione o di vettura vengono stabiliti dalla legge attraverso il decreto dirigenziale n° 288 del 17/09/2014. Per svolgere tale mansione non è richiesto un titolo di studio particolare, ciò potrebbe suscitare perplessità, ma effettivamente per questo lavoro non esiste un titolo di studio che possa avere un valore distintivo poiché si tratta di un’attività che richiede più che altro conoscenza del proprio mezzo come un qualsiasi conducente. La trasmissione dell’esperienza e la conoscenza delle regole insieme ad una buona dose di elasticità mentale sono le uniche peculiarità che caratterizzano questa qualifica.
Da qualche decennio gli impianti sono manovrabili anche direttamente dalle vetture. In tal caso dopo la corsa di prova, viene selezionato dal pulpito della stazione motrice la modalità di comando da vettura. In questa modalità di funzionamento il macchinista fissa da pulpito la velocità massima raggiungibile dall’impianto, mentre tutti gli altri comandi vengono trasferiti al pannello di controllo presente in cabina.
I vetturini una volta chiuse le porte danno il consenso alla marcia e comandano la partenza del viaggio; solitamente per ogni corsa è l’agente della vettura in salita a comandare la partenza, mentre entrambi sono liberi di intervenire lungo il percorso per limitare la velocità o arrestare l’impianto in caso di necessità.
Occorre precisare che in questa modalità di servizio il banco di manovra in stazione rimane impresenziato ma il macchinista deve comunque presidiare la stazione rendendosi immediatamente disponibile ad intervenire, anche perché in caso di arresto dell’impianto per qualsiasi motivo, la ripartenza può essere fatta solo dal macchinista da pulpito dopo aver verificato le cause dell’arresto e aver richiesto il consenso alle vetture in linea. Questa è attualmente la modalità di servizio più utilizzata al giorno d’oggi nelle grandi funivie.
La figura dell’agente di vettura quindi ha raggiunto un’importanza che va oltre a quella del semplice accompagnatore.
Ci permettiamo di esprimere una considerazione: una funivia piccola solitamente copre brevi tratte, svolge funzioni di trasporto pubblico locale con affluenze abbastanza ridotte che generano dei flussi di cassa altrettanto limitati, quindi la riduzione del personale può essere vista come una possibile mossa per la gestione dei costi di esercizio. Tuttavia anche se una funivia è piccola e incassa poco non è detto che sia esente dai problemi che abbiamo sopra citato: anche le funivie piccole hanno i sostegni di linea da percorrere, possono incontrare ostacoli lungo il percorso, possono avere dei guasti in linea. Si fatica quindi a capire quale raziocinio porti da una parte a dare una discreta rilevanza all’attività del vetturino riconoscendo l’importanza del controllo in linea, e dall’altra a eliminarlo per motivi economici.
Per gli impianti di grandi dimensioni costruiti prima della redazione del decreto, esiste la possibilità di operare senza agente di vettura con specifica autorizzazione purchè vengano rispettate delle condizioni imposte dalla legge:
Nelle situazioni di questo, tipo eventuali interventi sui freni di emergenza sulla portante scattati in modo inopportuno ad esempio per una perdita o un qualsiasi altro mal funzionamento, possono essere effettuati solo raggiungendo fisicamente la vettura dall’esterno utilizzando il carrello di soccorso piuttosto che calandosi con appositi dispositivi lungo la fune portante.
(Un ruolo molto importante del vetturino è anche quello di poter salire sull’imperiale delle vetture e controllare o ripristinare la riapertura del freno sulla fune portante tramite una pompa, nel caso si verifichino degli arresti anomali non causati da problemi reali alle funi, ma, ad esempio da semplici perdite nei circuiti idraulici. Dopo una accurata ispezione e su ordine del caposervizio, l’agente può procedere alla riapertura graduale del freno.)
Gli impianti ad elevata automazione, possono essere dotati di dispositivi di comando remoto del freno, ma è sempre consigliato che un tecnico raggiunga la cabina per ispezionare a fondo la causa che ha determinato la chiusura del freno. È facile immaginare che tali operazioni manuali siano considerate particolarmente complesse, scomode, pericolose e costose e l’idea di eliminazione del freno sulla portante, passando ad un anello traente impalmato come quello delle cabinovie con morse sul carrello, consegue appunto dalla richiesta di eliminare l’agente di vettura: la presenza del freno rende appunto complessa la gestione dell’impianto senza vetturino.
Questa “scomodità” sarebbe stata probabilmente evitata grazie alla presenza del vetturino, il quale tenendo sotto controllo la pressione del freno avrebbe potuto evitare l’intervento intempestivo e, qualora ciò non fosse stato sufficiente, avrebbe probabilmente potuto velocemente ripristinare il servizio senza la necessità di effettuare manovre più complesse.
Due stipendi possono sembrare una spesa inutile per decine di anni, ma in un secondo possono salvare la vita di decine di persone; se volessimo anche valutarla dal più volgare lato economico, l’intero risparmio derivante dal mancato impiego dei vetturini sarà mai in grado di ammortizzare il danno economico che ne è derivato.
Michele Ballarini per Funivie.org