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Tra i reperti spiccano elementi costruttivi degli impianti che furono: partendo dai rulli appartenuti alle seggiovie di Salò e della Polsa, passando per i morsetti di tipo seggioviario e scioviario fino ad arrivare al materiale per sciovie tipizzate, come il rullo in alluminio ed il traino ad azione progressiva. Tra la documentazione fanno capolino i depliants pubblicitari e le numerose foto della costruzione ed esercizio degli impianti della ditta, nonché manuali e tavole di progetto di tutta la componentistica. Accompagnano anche le numerose lettere di corrispondenza, i documenti contabili ed amministrativi dell’attività.
L’elemento di maggiore interesse è senz’altro la “valigetta” nera, quella della copertina del libro “Appesi ad un filo”, che rappresenta un vero e proprio scrigno di ricordi e storia dei primissimi impianti funiviari realizzati in Italia. In essa infatti sono contenuti disegni, corrispondenza e documentazione dei primi impianti montati dall’impresa di Marino Ceriani a partire dal 1947-48 per conto delle ditte “Carlevaro & Savio”, “F.lli Marchisio” e “Teletrasporti Genova”.
Tutto ciò costituisce l’ordinato racconto storico e cronologico dell’attività di una piccola azienda del settore funiviario italiano, che fin dagli anni ’40 è stata tra le ditte pioniere di questo tipo di costruzioni. Di seguito un breve filmato che raccoglie alcuni aneddoti e racconti rilasciati dall’ingegnere ed ex titolare dell’impresa Giorgio Ceriani durante la visita.
Per visite, estrazione di copie e maggiori informazioni è possibile contattare direttamente gli archivi della Biblioteca civica G. Tartarotti del Comune di Rovereto.