La diga di Valsoera con la storia degli impianti in valle dell’Orco
Questa lunga escursione ci porterà dal piccolo borgo di San Giacomo (TO) a 1125 m fino a 2440 m del rifugio CAI Pocchiola-Meneghello, per scoprire una delle dighe più ad alta quota d’Italia, e delle interessanti infrastrutture funiviarie dismesse che vennero utilizzate per molti decenni come unici mezzi di servizio per raggiungere la diga.
Percorrendo il sentiero CAI 559 attraverseremo luoghi dimenticati come il borgo Lenzolè a 1525 m, passando poi vicino al bellissimo lago della Balma. Infine, dopo l’ultimo faticoso tratto di salita, arriveremo finalmente alla diga di Valsoera e poi al soprastante rifugio CAI Pocchiola-Meneghello.
La costruzione della diga di Valsoera ebbe inizio nel 1950 e fu ultimata in 3 anni, con grandi difficoltà dovute alla quota elevata che consentiva solo brevi periodi di operatività del cantiere nei mesi estivi. Lo sbarramento, alto 54 m del tipo ad arco-gravità a doppia curvatura in calcestruzzo, raccogliendo l’acqua dei torrenti Piantonetto, Valsoera e Balma, costituiva uno degli ultimi tasselli di un grande progetto di sfruttamento idroelettrico nella Valle dell’Orco, sviluppato nel 1910 ad opera della Provincia di Torino, e realizzato per lotti a partire dagli anni ’20 dall’Azienda Elettrica Municipale grazie ad un corposo finanziamento di cento milioni di lire. Progettata dall’ing. Mario Brunetti, direttore generale dall’Azienda Elettrica Municipale di Torino, la diga di Valsoera con il suo invaso di 8 milioni di m3 d’acqua, aveva lo scopo di regolazione annuale della produzione elettrica in valle dell’Orco, ed era pensata per integrarsi con la futura diga di Teleccio e relativa centrale, che verrà costruita nella valle adiacente qualche anno più tardi.
Nei pressi della diga di sono altri reperti interessanti, come i resti dei vecchi impianti a fune. All’epoca dei lavori, non c’era alcun modo di trasportare il materiale a queste quote, essendo una zona impervia priva di qualsiasi via di accesso al cantiere della diga. Per evitare costi enormi per la costruzione di una strada, vennero realizzate due ardite teleferiche per i materiali: una giungeva direttamente a Pian Telessio, superando un dislivello di 1.250 metri con una lunghezza di oltre 7 chilometri, mentre la seconda, con 3 stazioni intermedie, si elevava dopo un percorso di quasi 4 chilometri, sino ai 2.450 metri di Valsoera.
Entrambe sono state poi convertite e modificate per il trasporto del personale. Un piano inclinato collegava il livello della diga con la stazione della teleferica, in modo da poter trasportare facilmente materiali e ricambi per eventuali manutenzioni. Questo impianto pare dismesso da molti decenni, e oggi rimane visibile solo il vecchio binario con qualche rullo arrugginito. La funivia di servizio, nata come teleferica bifune ad ammorsamento automatico e poi convertita in va e vieni, è stata parzialmente smantellata, ma le stazioni sono ancora esistenti e contengono le parti meccaniche dell’impianto disattivato definitivamente un decennio fa.
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