La nuova cabinovia Olang 1+2, potenza e tecnologia Doppelmayr sotto un’onda di cristallo
Il progetto delle nuove stazioni della cabinovia Olang di Plan de Corones porta la firma dello studio tedesco schlotthauer matthiessen architecturemade
Il concorso per la progettazione dei nuovi involucri delle stazioni della cabinovia „Olang I + II“, nel comprensorio sciistico di Plan de Corones (Kronplatz), è stato vinto dallo studio di architettura schlotthauer matthiessen architecturemade.
Con le particolari coperture trasparenti a forma di onda gli architetti tedeschi hanno portato un po’ della loro Amburgo fra le montagne altoatesine. Dal 2020 la nuova cabinovia monofune a 10 posti sostituirà la vecchia cabinovia da 6 posti e potrà trasportare fino a 3.900 passeggeri l’ora.
Per la realizzazione del nuovo impianto di risalita, Plan de Corones si è affidata alla società Doppelmayr Italia Srl, leader mondiale del mercato nel settore funiviario. Il progetto riunisce così due aziende sinonimo di innovazione e qualità nel settore funiviario.
L’impianto esistente, inaugurato nel 1989, ha una portata di 2.160 sciatori l’ora. Dalla stazione a valle a quota 1.164 m s.l.m. il primo tronco “Olang I“ copre un tratto di 3.026 m fino alla stazione intermedia, a quota 2089 m s.l.m., superando in circa 8 minuti e mezzo un dislivello di 913 m. „Olang II“ percorre poi ulteriori 1.063 m, superando in circa 3 minuti altri 206 m di dislivello fino a raggiungere la stazione a monte, a quota 2.275 m s.l.m..
Come la cabinovia attuale, anche il nuovo impianto permetterà di percorrere entrambi i tratti senza trasbordo. I tre edifici che ospitano la stazione a valle, quella intermedia e la stazione a monte verranno ricoperti da un nuovo involucro esterno costruito dall’impresa di costruzione di membrane Temme Obermeier Srl di Rosenheim.
Le strutture ondulate del tetto saranno prodotte dall’azienda di costruzioni in acciaio INMetall Srl di Merano. Alla base del progetto vi è la ricerca di una soluzione che si possa adattare con flessibilità alle esigenze specifiche delle tre stazioni, permettendo loro di seguire in piena libertà i ritmi della natura e della tecnologia: di qui la creazione da un lato di un involucro che integri, ampli o colleghi gli elementi esistenti e dall’altro di una copertura trasparente strutturalmente autonoma.
La nuova copertura autoportante, sorretta da pilastri di calcestruzzo armato, sporge fin sopra l’area di imbarco e sbarco, dove crea un ampio spazio privo di colonne all’interno del quale i passeggeri possono muoversi in piena libertà. Gli impianti tecnologici restano invece al di fuori del nuovo tetto autoportante. I macchinari sono infatti racchiusi in una sorta di cupola trasparente che permette di vederli in azione, facendone una vera e propria attrazione per gli utenti della cabinovia. Questo involucro, che consente alla luce di entrare in grandi quantità senza abbagliare, viene agganciato alle strutture portanti del nuovo impianto e, insieme alla copertura piana, va a costituire la nuova pelle di ciascuna delle tre stazioni.
I basamenti delle tre stazioni e i pilastri massicci che sostengono i carichi di impianti e copertura sono realizzati in calcestruzzo nero, al quale si contrappongono il calcestruzzo chiaro e la lamiera bianca delle facciate e dei livelli di accesso. Gli interni degli accessi sono interamente eseguiti nelle tonalità del grigio chiaro e dell’argento, in modo da essere percepiti come un ambiente unico. Colpisce soprattutto la copertura della stazione intermedia, che dai monti dell’Alto Adige sembra voler richiamare il linguaggio formale della Elbphilarmonie di Amburgo.
La pellicola di ETFE scelta per realizzarla si solleva infatti a formare onde morbide, scandite dalla struttura lamellare in acciaio e alluminio che protegge gli interni dall’abbagliamento. Attraverso il tetto trasparente lo sguardo spazia libero sul panorama montano e sul cielo che lo sovrasta, ma si sofferma anche sulla tecnologia dell’impianto di risalita. Le rotazioni dei macchinari, le traiettorie disegnate dagli sciatori sulle piste e le eleganti sagome delle montagne si riflettono nell’andamento ondulato della copertura, suggestiva anche quando la si guarda dall’alto.
Anziché separare l’interno dall’esterno, tetto e pareti li fanno penetrare l’uno nell’altro, fondendoli. Sempre nella stazione intermedia è alloggiato il sistema di azionamento della cabinovia e accanto a essa è situato anche il nuovo deposito cabine, trasferito qui dalla stazione a valle e dotato nella parte inferiore di spazi utilizzabili, fra le altre cose, per il parcheggio dei veicoli da neve. La facciata del deposito è incapsulata in uno strato di ETFE trattenuto da funi che ne evitano lo sventolio e assorbono i carichi di neve.
La copertura della stazione intermedia, che a causa di questa duplice funzione è anche la più lunga, interagisce formalmente con il lato a monte e quello a valle attraverso l’andamento curvilineo delle estremità, separate da un segmento centrale più statico. La flessibilità della soluzione individuata permetterà di dare una risposta adeguata alle varie esigenze delle stazioni esistenti che, dopo l’intervento, non solo riusciranno quasi a raddoppiare la portata, ma miglioreranno sensibilmente anche il comfort dei passeggeri.
Il nuovo involucro esterno della stazione a valle, ad esempio, oltre a includere la zona di ingresso dalla strada e lo spiazzo antistante la rampa del parcheggio interrato, valorizzerà l’area informazioni e casse e creerà nuovi spazi per uffici accessibili dall’interno. Nella stazione a monte, invece, un nuovo ascensore permetterà agli utenti di accedere direttamente al ristorante Kron.
La nuova cabinovia Olang l+ll renderà dunque ancora più gradevole il paesaggio in cui trascorrere un’indimenticabile vacanza sugli sci.
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