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Montagna, federfuni italia: un’analisi di metà stagione

Ci avviamo verso la conclusione di una delle stagioni più incerte di sempre da un punto di vista meteorologico, che ha visto ancora una volta la montagna italiana registrare due andamenti in netta antitesi tra loro.

 

Se il versante alpino può ritenersi soddisfatto grazie alla performance della stagione invernale 2023/24, che va a consolidare i risultati post-pandemia e a raggiungere, quindi, livelli di presenze e incassi vicini a quelli del 2019, lo stesso non può dirsi per il versante appenninico. Quest’ultimo, a parte le sporadiche precipitazioni nevose verificatesi soprattutto negli ultimi giorni di febbraio, attende la fine della stagione per poter mettere in archivio uno dei periodi più negativi della storia.

Al netto di detto andamento discordante, anche questa stagione ha dimostrato come il complesso turistico della montagna italiana – grazie alla tecnologia, agli investimenti effettuati, alla caparbietà degli imprenditori e alla visione positiva della politica locale, regionale e nazionale – sia in grado di reggere il peso del cambiamento climatico in atto, del quale non possiamo e non vogliamo disconoscere l’esistenza.

Il sostegno alla montagna, garantito anche dalle ultime iniziative assunte dal Ministero del Turismo – che ha stanziato oltre 250 milioni di euro per gli impianti di risalita e gli adeguamenti infrastrutturali su tutto il territorio Italiano, l’emergenza neve sugli Appennini, e le azioni di pianificazione e promozione tutto in chiave di sostenibilità –, ha contribuito agli ottimi risultati conseguiti dai comprensori sciistici. L’aspetto critico che riguarda l’impossibilità di sostituire il prodotto “neve”, naturale o programmato che sia, deve però essere interpretato, al contempo, come un’opportunità strategica di sviluppo e diversificazione dell’offerta del turismo montano anche in ottica della necessità di destagionalizzare sempre di più la proposta turistica italiana. Un approccio, questo, che è ripreso all’interno del Piano strategico del turismo 2023-2027, in termini di transizione da un modello stagionale-polarizzato a uno multi-asset.

Ciò significa discostarsi dall’idea di nascondersi dietro al cambiamento climatico come giustificazione per non affrontare il problema, lasciando così che la montagna muoia, e, con essa, l’economia legata alla neve.

Un sistema economico, quello Invernale, che – ricordiamo – garantisce oltre 100.000 posti di lavoro e produce un giro d’affari complessivo di quasi 22 miliardi di euro, quindi un grande bacino di ricchezza per la nostra Nazione.

Noi siamo convinti, e i dati di quest’anno ce lo confermano, che, pur nell’annata più disgraziata di sempre, le “finestre” di freddo siano una caratteristica che contraddistinguerà anche il futuro delle nostre montagne, ed è quindi necessario continuare nella politica di sostegno agli investimenti negli impianti d’innevamento programmato anche e soprattutto in Appennino.

Naturalmente siamo convinti che sia necessario anche una politica di diversificazione dell’offerta turistica e da questo punto di vista i nostri Associati si sono contraddistinti anche in investimenti che vanno oltre la parte invernale con una crescita esponenziale di investimenti e progetti riguardanti le strutture per le Bike, la sentieristica in quota e strutture per le famiglie.

In tal modo, agiamo contro la desertificazione della montagna, che ricopre il 58,2% del territorio italiano e accoglie una popolazione di 14 milioni di abitanti distribuiti in oltre 4.200 Comuni. D’altronde è questo che si intende con “sostenibilità” del comparto: da un lato, garantire la soddisfazione di una domanda sempre più attenta ed esigente; dall’altro, tutelare le comunità e l’ecosistema montano.

È dunque necessario fornire all’economia della neve tutti gli strumenti necessari per mantenere viva e competitiva questa parte del territorio italiano, sfruttando la tecnologia al fine di garantire la produzione – sostenibile- di neve, al di là di barriere ideologiche e in armonia con politiche a favore di interventi tempestivi ed ecocompatibili. E’ stato quindi fondamentale in tale ottica l’istituzione di un tavolo specifico per lo Sviluppo della Montagna Appenninica presso il Ministero del Turismo, la cui seconda edizione è convocata per Giovedì 7 Marzo p.v.

Andrea Formento, Presidente Federfuni Italia


    Questo articolo è stato redatto da Federfuni

Associazione italiana delle aziende ed enti proprietari e/o esercenti il trasporto a fune in concessione sul territorio nazionale www.federfuni.it

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