Oltre 150 operatori delle ski area alpine a “lezione” di sicurezza
In Trentino si registra un infortunio sugli sci ogni 10 mila passaggi in pista. Se ne è parlato oggi in un convegno che ha messo a confronto, presso il Polo Tecnologico di Rovereto, addetti provenienti anche da Alto Adige, Belluno, Verona e Valle d’Aosta.
Ad organizzare la giornata formativa, rivolta a operatori, gestori, forze dell’ordine, soccorritori, la Provincia autonoma di Trento, Trentino Sviluppo, Ordine degli Ingegneri e Trentino School of Management. Con oltre 220 impianti di risalita, 800 chilometri di piste da sci, 20 ski area e 56 operatori di impianti a fune, il settore della mobilità sulla neve in Trentino è un asset strategico del comparto economico e terreno di sfida per l’innovazione tecnologica e la sicurezza.
Un ambito in cui il Trentino è riconosciuto all’avanguardia per efficienza e modernità degli impianti, diffusione della cultura della sicurezza, attenta preparazione delle piste a favore dell’utente sciatore. Nell’occasione è stato anche presentato il “dodecalogo” dello sciatore, che verrà promosso da Apt e società impiantistiche: 12 buoni consigli per sciare in sicurezza illustrati a fumetti animati, con un video e una brochure, grazie a una testimonial d’eccezione: la campionessa fiemmese di slalom Chiara Costazza.
L’incontro si è aperto con i saluti istituzionali dell’Assessore provinciale all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo Roberto Failoni, che ha ribadito l’impegno della Provincia al sostegno del mondo degli impianti a fune: «D’inverno lo sci e gli impianti sono il motore dell’economia turistica trentina. Lo sci è al primo posto. I numeri sono chiarissimi e questa stagione sta andando benissimo».
Il dirigente del Servizio impianti a fune e piste della Provincia, Silvio Dalmaso, ha reso noti i dati sugli infortuni in pista a livello provinciale: un incidente ogni 10 mila passaggi. I dati vengono raccolti da fine anni ’90 e indicano un incremento proporzionale all’aumento di passaggi agli impianti: 5 anni fa, con 60 milioni di passaggi annui, si registravano 8.000 infortuni; nell’ultima stagione invernale completa, con 80 milioni di passaggi, il dato è salito a 10.000.
Le piste perfette e l’attrezzatura più performante invitano gli sciatori alla velocità. Gli infortuni mortali sugli sci nella nostra Provincia sono stati dieci nell’ultimo decennio: in sette casi si è trattato di un’uscita di pista autonoma dello sciatore. Nell’80% dei casi gli incidenti sugli sci riguardano cadute senza scontro con altri sciatori.
I lavori, moderati da Gianni Baldessari, direttore Area impianti turistici di Trentino Sviluppo, hanno abbracciato gli aspetti tecnici, normativi e operativi della gestione e manutenzione di piste e impianti di risalita, anche attraverso l’analisi di casi pratici. Dalla gestione dell’emergenza ai protocolli di sicurezza, dalla prevenzione rischi alle responsabilità all’interno delle aree sciabili, dagli interventi per prevenire le valanghe alle modalità di allestimento delle reti di sicurezza, alla corretta preparazione del fondo delle piste, per creare le migliori condizioni di sciabilità. Per Valeria Ghezzi, presidente di Anef, Associazione nazionale esercenti funiviari, «la legge del settore, la n. 7 del 1987, andrebbe aggiornata, anche se molto è stato fatto per garantire la sicurezza di impianti e tracciati».
Il giudice Carlo Busato, presidente della Sezione penale del Tribunale di Bolzano, ha portato un’ampia casistica di incidenti e infortuni che sono approdati in cause civili risarcitorie e penali: «Molti sciatori sottovalutano i pericoli, che si concentrano soprattutto su bordo pista. Applicando logiche molto simili alla circolazione stradale – ha detto il magistrato – l’assenza di un’assicurazione obbligatoria per chi scia può mettere in difficoltà chi non riesce a dimostrare la propria assenza di colpa o di concorso di colpa. Le società impiantistiche, anche a propria tutela, potrebbero dotare di telecamere tutte le piste. Le richieste di risarcimenti “piovono”. Invito le forze dell’ordine a rilievi capillari e tempestivi, perché le piste “parlano”, ma più in fretta della strada. E non si esiti a sequestrare l’attrezzatura delle persone coinvolte. Sulla segnaletica le società non risparmino».
Immagini ed interviste a cura dell’Ufficio stampa Provincia Autonoma di Trento
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