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Richiesta della Calamità Naturale per le stazioni appenniniche

Anche la mancanza di neve è una calamità forse non naturale ma sicuramente economica. Sono necessari interventi a tutela dell’Occupazione, del Sostegno alle Aziende della filiera del turismo bianco e dei Liberi Professionisti a partire dai Maestri di Sci, Moratorie Bancarie e Fiscali, compensazioni economiche per i costi energetici e di riscaldamento

 

APPENNINO una montagna da salvare

Un sistema economico e sociale composto da tante aziende, Gestori di impianti di risalita, Albergatori, Commercianti, Ristoratori, Noleggiatori di sci ogni categoria con i propri dipendenti e Maestri di sci, Artigiani e Liberi Professionisti che è in estrema difficolta’ a causa della anomala condizione meteorologica

L’attuale situazione del turismo della montagna appenninica e le previsioni che caratterizzano le prossime giornate impongono una profonda attenta e tempestiva riflessione sul possibile pericolo di un tracollo di una intera economia che tiene in vita la sostenibilità sociale di un territorio dove le alternative al Turismo, principalmente invernale, non riescono a dare valide risposte.

FEDERFUNI ITALIA che rappresenta la maggior parte delle aziende che gestiscono impianti a fune nella catena Appenninica, oltre ad importanti comprensori sciistici Alpini lancia un forte grido d’allarme rispetto alla catastrofica situazione che si trovano ad affrontare le aziende, i professionisti, gli artigiani e l’intero sistema economico legato al turismo invernale, compreso i dipendenti delle diverse imprese.

La totale assenza di presenza di neve naturale, l’impossibilità di produrla viste le alte temperature e le previsioni del tempo che non sembrano essere assolutamente favorevoli ad un cambio drastico verso temperature più consone al periodo ed a precipitazioni nevose rischiano da fare andare in default l’intero sistema economico su cui si regge questa importante parte d’Italia.

FEDERFUNI ITALIA ritiene che tale situazione sia paragonabile, per gli effetti economici che sta provocando, al periodo della pandemia; si tratta di una vera e propria emergenza che rischia di portare queste realtà già provate nel suo complesso dalle chiusure degli anni passati e da situazioni meteorologiche sempre molto variabili, al tracollo, con conseguenze devastanti dal punto di vista socioeconomico e di tenuta dell’intero territorio che trova nel turismo invernale la principale fonte di sostentamento.

 

FEDERFUNI ITALIA richiede quindi interventi che consentano a tutte le aziende della filiera di assumere i lavoratori stagionali assicurando una continuità del rapporto di lavoro almeno per quattro mesi, un intervento a sostegno delle aziende, sempre di tutta la filiera, sulla falsariga di quello adottato per limitare le conseguenze economiche negative del COVID 19 e che lo stesso provvedimento intervenga oltre che per le aziende anche per i Liberi professionisti a partire dai Maestri di Sci e per gli artigiani; interventi di moratoria bancaria e fiscale; ed infine interventi che garantiscano effettivo sostegno nel campo delle bollette energetiche e di riscaldamento sia per le aziende che per gli abitanti dei comuni rientranti nei comprensori sciistici.

 

FEDERFUNI ITALIA ha decisamente apprezzato il segnale programmatico lanciato dal Ministro Santanchè e dal Governo inserendo all’interno della Legge di Bilancio del 2023 200 milioni di euro in quattro anni per un Fondo per interventi di ammoderna-
mento, sicurezza e dismissione di impianti di risalita e di innevamento. Un intervento storico per il settore del quale il Presidente Andrea Formento, nell’occasione di un incontro con lo stesso Ministro di poche settimane fa, ha fortemente sottolineato l’importanza e la portata della decisione assunta segno di una volontà ben precisa di forte interesse per il comparto montagna.

Nel corso dell’incontro è stata evidenziata la necessità che tale intervento debba vedere maggiormente premiate quelle realtà, come le stazioni appenniniche e quelle delle Alpi con caratteristiche local o che in ogni caso debbano essere oggetto di un forte rilancio, che necessitano ancora di più oggi di un intervento strutturale che le veda tornare protagonisti del mondo del turismo bianco al pari delle realtà più famose che hanno potuto godere nel tempo di forti sostegni da parte delle proprie istituzioni provinciali e regionali, oltre all’ultimo intervento dei ristori, anche da parte del Governo e del Parlamento, nel quale hanno potuto beneficiare di oltre 270 milioni di Euro sui 380.000.000 assegnati e che ha visto invece l’Appennino avere a disposizione 12 milioni di euro, che seppur importanti non sono assolutamente confrontabili, ed è evidente dai numeri esposti, con quanto destinato alle località già ben strutturate quali quelle più rinomate dell’arco alpino

 

FEDERFUNI ITALIA proprio in tale ottica chiede un forte sostegno e condivisione in questa sua richiesta da parte delle istituzioni territoriali appenniniche, delle rappresentanze datoriali e sindacali e dalle rappresentanze della categoria dei Maestri di Sci, sempre riferite a questo territorio, rendendosi disponibile fin da domani ad attivarsi per coordinare e formulare tutti assieme le azioni da intraprendere al fine di affrontare nell’immediato questa specifica e temporale emergenza ma immediatamente dopo di aprire un tavolo programmatico che porti ad una proposta unitaria di intervento strutturale per una politica di rilancio dell’economia turistica dell’Appennino e delle zone più periferiche dell’Arco Alpino forti anche della considerazione generale che il turismo di prossimità, del quale noi rappresentiamo per la montagna italiana il vero asse portante, rappresenti nell’immediato e medio periodo una delle maggiori prospettive dell’offerta turistica.


    Questo articolo è stato redatto da Federfuni

Associazione italiana delle aziende ed enti proprietari e/o esercenti il trasporto a fune in concessione sul territorio nazionale www.federfuni.it

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